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CESARE PAVESE

Nel 2005 l’agenzia DBN realizza una proposta per la promozione del Centro Studi Cesare Pavese (Fondazione dal 2004) invitando alcuni studi grafici e agenzie a sviluppare per esso un progetto di comunicazione culturale, con particolare riferimento all’identità visiva di base, all’attività editoriale e soprattutto a un’azione di merchandising interno ed esterno. Obiettivo dell’iniziativa quello di valorizzare anche in chiave con un icat iva il patrimonio storico- letterario che ruota attorno alla persona di Cesare Pavese (scritti, documenti, foto, inediti) e promuovere la figura e l’opera del grande poeta piemontese, in concomitanza con le rinnovate attività di ricerca e studio della Fondazione, Nella richiesta di ideazione di una gamma di strumenti legati al merchandising c’è, inoltre, la volontà di realizzare una produzione di oggetti di elevata qualità creativa e progettuale, con materiali di pregio, nei quali l’opera letteraria e la figura di Pavese facciano da spunto. Lo scopo è duplice: innanzitutto accrescere l’emozione provocata dal contatto con la vita e l’arte del poeta, che viene così veicolata e amplificata anche attraverso oggetti che ne portino dentro il ricordo in maniera raffinata e discreta; infine, awiare una moderna gestione del centro studi attraverso nuovi servizi aggiuntivi, in linea con una moderna politica di marketing in un’area geografica (sian’io in provincia di Cuneo, In piene Langhe) che ha fatto del marketing territoriale e culturale di qualità il proprio vanto.

L’approccio progettuale alle richieste del cliente è stato da subito attento a salvaguardare la credibilità dell’intera operazione di comunicazione e in fondo dello stesso Centro Studi. Quello che veniva chiesto era di creare un’immagine per la Fondazione ma, in sostanza, di avvicinarsi all’intero patrimonio culturale da lei gestito e alla stessa figura di Cesare Pavese in termini comunicativi, anzi a tratti esplicitamente prornozionali (vedi il progetto di merchandising, dove certamente obiettivo finale è anche vendere). In un simile contesto la proposta presentata è volutamente rigorosa, essenziale, lontano da facili modernismi, alla ricerca di una identificazione a tratti molto esplicita con i temi dell’opera di Pavese, I luoghi della Fondazione, il territorio circostante (che è protagonista non secondario nell’immaginano collettivo legato al personaggio). Il progetto dell’identità visiva di base si sviluppa attorno a una grammatica molto essenziale, fatta di pochi e riconoscibili elementi grafici combinati insieme, con varianti principalmente cromatiche, a partire dal marchio in bianco e nero su base quadrata, dove alloggia il logotipo composto su tre righi. La scelta e l’utilizzo del lettering, la composizione della pagina, il sistema cromatico rispecchiano la stessa filosofia di progetto. Solo due i segni grafici che rimandano esplicitamente al poeta: un tratto adeguatamente ricostruito da una delle rare foto che lo ritraggono in primo piano (con espressione molto intensa e gli inseparabili occhiali) e la sua firma originale. Questi pochi segni grafici resteranno sostanzialmente gli stessi anche nelle altre applicazioni e negli strumenti editoriali. La firma sarà ripresa nei gadget e affiancata da una moderna stilizzazione della pipa e degli occhialli del poeta.

Dove il progetto si amplia e prende corpo un’immagine più articolata è nel complesso sistema di soluzioni pensate per il merchandising ed è qui che la filosofia operativa citata in premessa è maggiormente visibile. In un contesto culturale così elevato, infatti, un progetto poco attento rischia di banalizzare l’intero intervento come una semplice operazione d’immagine (quindi, giustamente, guardata con molto sospetto o addirittura fastidio, in particolar modo da studiosi, ricercatori e dal mondo culturale in genere). Qui si è lavorato innanzitutto sulle tipologie di oggetti, sui contenuti, sugli aspetti produttivi. Le categorie di prodotti sono tre, passando de quelli prettamente certacei (agende, notes, certelline, poater, cartoline, calendari) all’abbigliamento Qa cleasica t-shirt) fino a più raffinati oggetti personali (pipa, occhiali, cravatte, suggerite dallo stesso consueto abbigliamento di Pavese). Le scelte non sono state casuali e volutamente si sono progettati solo oggetti attinenti si personaggio e al contesto, lavorando su pochi elementi grafici, su rare foto d’archivio, sulla scelta dei materiali (carte ruvide, in colori naturali) e sul packsging, con una particolare attenzione al testo, ovviamente, sia nella selezione dei contenuti che nella torme e trasposizione grafica degli stessi. Non è mancata una flfleaaione sui processi di produzione e sull’ottimizzazione dei possibili costi di realizzazione, ragionando sull’ottimizzazione di formati, fuatelle, allestimenti e lavorazioni cartotecniche aggiuntive, ai limiti della produzione artigianale. Un progetto, insomma, volutamente poco incline alla “spettacolarizzazione” del prodotto, proprio perché un vero e proprio prodotto non c’è. Esistono invece suggestioni, emozioni, storie, versi, drammi (e tutti sono note l’essenze dell’opera e le tragica fine di Pavese), trattati in modo da scongiurare ogni mistificazione, ed evitere che un’operazione di per sè giusta e motivata potesse essere scambiata per tutt’altro.

Ad oggi ancora non conosciamo i veri motivi della mancata realizzazione di un progetto così complesso. Al di là di ripensamenti e problemi organizzativi del cliente non abbiamo più ricevuto indicazioni operative dopo la prima fase. E' pur vero che, trattandosi di un concorso di idee per invito, quanto presentato reata un un progetto di massima, da dettagliare in fase esecutiva e di produzione. Tuttavia al suo interno risultano evidenti strategie, contenuti, linguaggio, che si è cercato di organizzare al meglio, cercando di prevedere scenari possibili ed evoluzioni dell’immagine nel corso del tempo. Continuiamo a sperare...

categoria: Comunicazione istituzionale

agenzia: Studio de Venezia

cliente: DBN communications, Centro Studi Cesare Pavese

art director: Luciano De Venezia

fotografia: Archivio Interno Fondazione

graphic designer: Valeria Figliolia

account: Massimo Truccolo

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